Primo passo verso la Casa Museo

Febbraio 2020: Si ringrazia la Fondazione di Sardegna per l’importante contribuito che ha consentito alla Fondazione Pinuccio Sciola di eseguire i primi fondamentali ed urgenti lavori di messa in sicurezza della propria sede legale: la famosa casa dell’artista di cui porta il nome, nel paese Museo di San Sperate, in Via Enrico Marongiu, 21.

 

In attesa di poter presto riaprire quel sue grande portone che nei decenni ha ospitato intellettuali, artisti, rivoluzionari, amici, curiosi e turisti, ringraziamo anche Sergio Benoni e Radio X per la bella intervista nel giardino della casa-museo, disponibile al seguente link:

https://www.radiox.it/…/innovation-express-p-10-casa-sciola/

COMUNICATO STAMPA:

Pinuccio Sciola è stato un viaggiatore. Una persona curiosa di conoscere persone, luoghi e culture differenti, ma con la ferma volontà di tornare sempre alle sue radici, alla sua terra, ogni volta arricchito da nuove esperienze. La sua casa, infatti, è stata San Sperate, ed in particolare la grande abitazione campidanese di via Enrico Marongiu 21.

L’immobile, ricevuto dai figli in eredità e da loro donato come parte del fondo di dotazione della Fondazione Pinuccio Sciola, ne rappresenta la sede e, simbolicamente, anche la base dei nuovi progetti, con valenza internazionale in connessione con il suo paese.

La struttura necessita ancora oggi di importanti lavori di restauro per essere trasformata in una casa museo. Un luogo di studio e memoria a disposizione di chiunque voglia conoscere ed approfondire l’arte e la filosofia di vita di Pinuccio Sciola. Purtroppo, nonostante le molteplici attività di ricerca fondi portate avanti nei primi anni dalla Fondazione, non si è ancora riusciti ad ottenere le importanti risorse finanziarie necessarie alla creazione dell’ambito polo culturale di San Sperate, con base nella Casa Museo di Pinuccio Sciola.

 

IL PROGETTO E LA MESSA IN SICUREZZA

La casa è un edificio che risale alla fine degli anni ’30 del secolo scorso, oggetto di ampliamenti negli anni 60-70. Esempio di tipica casa campidanese con murature in “ladiri”, si sviluppa su due piani e si affaccia su un ampio cortile interno.

Prima degli interventi di messa in sicurezza l’edificio versava in condizioni precarie dovute soprattutto alle continue infiltrazioni di acqua meteorica dal tetto, che hanno compromesso gli intonaci interni e i prospetti esterni, ma anche la conservazione delle opere presenti nei vari ambienti.

In generale la prassi del restauro ha come finalità il prolungamento della vita dell’edificio nella sua consistenza materiale e materica, la permanenza dei segni connotativi dell’edificio stesso, la funzionalità e l’utilizzazione. È un processo di azioni quindi molto complesso che, partendo da una lunga fase di studio e rilievo, indagine, analisi e diagnosi, deve portare ad un progetto di conversazione che risponda alle esigenze della committenza, nel rispetto di tutti i vincoli e le prescrizioni normative, per consegnare ai fruitori un bene di interesse pubblico ed educativo.

Un volta ricevuta l’autorizzazione alla modifica del programma da parte della Fondazione di Sardegna, è stata individuata un’azienda (En.Car. Costruzioni di Enrico Ecca e Carlo Carboni C snc) con le capacità tecniche di realizzare i delicati lavori di ristrutturazione ed è stato incaricato l’Arch. Villani della direzione lavori.

Il cantiere è stato aperto il 27/06/2019 ed i lavori sono iniziati il 12/07/2019 e accuratamente documentati nell’allegato REPORT LAVORI e nei due APPARATI FOTOGRAFICI.

 

OBIETTIVI

La casa museo racconta attraverso gli arredi originali e tutte le opere presenti, pittoriche e scultoree, lo spazio quotidiano, rilevante culturalmente e antropologicamente, perché testimonianza nel tempo del processo creativo dell’artista all’interno della comunità in cui ha vissuto. Infatti questa particolare tipologia museale può svolgere l’importante ruolo di “ponte” tra l’esperienza individuale e un’intera complessa rete di saperi politico, culturale, artistico, produttivo.

Le attività di restauro e messa in sicurezza di parte del tetto sono state di fondamentale importanza per preservare l’edificio e consentire alla Fondazione Sciola di continuare l’attività di ricerca fondi per la realizzazione di tutte le opere necessarie al restauro generale della casa, per modificare la destinazione d’uso e rendere la struttura nuovamente aperta al pubblico, così come è sempre stata quando abitata da Pinuccio Sciola.

Oltre al restauro, le fasi successive di allestimento espositivo e percorso educativo sono azioni sulle quali investire, e comportano uno studio specifico per definire e caratterizzare la sintesi narrativa: partendo dalla valorizzazione della singola personalità dell’artista Sciola è possibile anche raggiungere una dimensione sovrapersonale relativa allo spazio sociale e culturale del paese museo, e questo permette di stimolare nei visitatori una serie di rimandi che lo avvicineranno alla maggiore comprensione della cultura territoriale.

La Casa Museo Pinuccio Sciola sarà un laboratorio culturale e sociale nel quale proseguiranno le attività di accoglienza e scambio culturale che hanno sempre caratterizzato il civico 21 di via Enrico Marongiu a San Sperate: “la casa dal portone sempre aperto”.