IL TAVOLO DEL FUTURO
SAN SPERATE 30 MAGGIO > 2 GIUGNO 2024
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Gillo Dorfles
Nonostante i molti viaggi e soggiorni in ogni parte del mondo, il fatto che Sciola abbia preferito rimanere ancorato a San Sperate,
è la prova di come, solo qui, poteva trovare
quell’unico “imprinting” determinato dal territorio,
dall’atmosfera, dalla memoria ancestrale, che gli permettesse
di trovare sempre nuovi impulsi per la realizzazione dei suoi lavori.
Gillo Dorfles
Nonostante i molti viaggi e soggiorni in ogni parte del mondo,
il fatto che Sciola abbia preferito rimanere ancorato a San Sperate,
è la prova di come, solo qui, poteva trovare
quell’unico “imprinting” determinato dal territorio,
dall’atmosfera, dalla memoria ancestrale, che gli permettesse
di trovare sempre nuovi impulsi per la realizzazione dei suoi lavori. P. Sciola
Le mie sculture per ora sono qui, nei luoghi in cui le ho piantate
perché mettessero radici e tornassero a vivere.
Un giorno che non conosco, spero tornino all'Universo che le ha generate
P. Sciola
Le mie sculture per ora sono qui, nei luoghi in cui le ho piantate
perché mettessero radici e tornassero a vivere.
Un giorno che non conosco, spero tornino all'Universo che le ha generate
Corriere della Sera
Qui, in mezzo a pietre giganti che potrebbero essere state recapitate da Stonehenge
se non fosse per le incisioni perfette fatte dal Maestro,
sembra di essere arrivati al centro della Terra.
Corriere della Sera
Qui, in mezzo a pietre giganti che potrebbero essere state recapitate
da Stonehenge se non fosse per le incisioni perfette fatte dal Maestro,
sembra di essere arrivati al centro della Terra.
P. Sciola
"Ho vissuto ere geologiche interminabili.
Immani cataclismi hanno scosso la mia memoria litica.
Porto con emozione i primi segni della civiltà dell’uomo.
Il mio tempo non ha tempo.”
P. Sciola
"Ho vissuto ere geologiche interminabili.
Immani cataclismi hanno scosso la mia memoria litica.
Porto con emozione i primi segni della civiltà dell’uomo.
Il mio tempo non ha tempo.”
Moni Ovadia
Il canto delle sculture di Pinuccio Sciola è potente e ammaliante come il canto delle sirene che sconvolse Ulisse
ma benigno come la voce di una madre che culla il figlio che ha ancora nel grembo.
Guardate e ascoltate le arpe del Maestro Sciola, lasciare alle spalle i pregiudizi, accogliete lo stupore
forse intuirete il valore intrinseco dell’arte e sicuramente scoprirete
che la nostra origine e l’origine dell’universo che ci circonda cantano.
Moni Ovadia
Il canto delle sculture di Pinuccio Sciola è potente e ammaliante come il canto delle sirene che sconvolse Ulisse
ma benigno come la voce di una madre che culla il figlio che ha ancora nel grembo.
Guardate e ascoltate le arpe del Maestro Sciola, lasciare alle spalle i pregiudizi, accogliete lo stupore
forse intuirete il valore intrinseco dell’arte e sicuramente scoprirete
che la nostra origine e l’origine dell’universo che ci circonda cantano.
Placido Cherchi
Sono sconvolto interiormente da quanto mi hai mostrato
da quel giorno non riesco più a guardare le pietre, le rocce, le montagne intorno a me
senza pensare che lì dentro giace da sempre un suono imprigionato.
Placido Cherchi
Sono sconvolto interiormente da quanto mi hai mostrato da quel giorno
non riesco più a guardare le pietre, le rocce, le montagne intorno a me
senza pensare che lì dentro giace da sempre un suono imprigionato.
Renzo Piano
C’è un patto tra Pinuccio Sciola e le pietre di Sardegna,
tant’è vero che assomigliano l’uno alle altre come due gocce d’acqua.
Deve essere la ragione per cui le pietre si lasciano fare di tutto, da lui:
tagliare, perforare, frammentare. Riesce persino a farle suonare.
Renzo piano
C’è un patto tra Pinuccio Sciola e le pietre di Sardegna, tant’è vero che assomigliano l’uno alle altre come due gocce d’acqua.
Deve essere la ragione per cui le pietre si lasciano fare di tutto, da lui:
tagliare, perforare, frammentare. Riesce persino a farle suonare.
Aldo Colonetti
Una visita alla sua casa-laboratorio è indicativa del suo modo di fare ricerca e di lavorare la pietra:
grandi spazi che si aprono tra interni ed esterni dove natura ed artificio si declinano vicendevolmente,
un luogo dove le amicizie di artisti e le lunghe corrispondenze con intellettuali
provenienti da ogni parte del mondo ritrovano una propria ragion d’essere, una complicità progettuale.
Aldo Colonetti
Una visita alla sua casa-laboratorio è indicativa del suo modo di fare ricerca e di lavorare la pietra:
grandi spazi che si aprono tra interni ed esterni dove natura ed artificio si declinano vicendevolmente,
un luogo dove le amicizie di artisti e le lunghe corrispondenze con intellettuali
provenienti da ogni parte del mondo ritrovano una propria ragion d’essere, una complicità progettuale.