Giuseppe Sciola, noto Pinuccio, nasce a San Sperate (SU) in Sardegna nel 1942 in una famiglia di contadini. Frequenta “l’Università della Natura”, come lui stesso sosteneva con orgoglio, dalla quale riceve la più completa e approfondita delle formazioni.
Inizia a scolpire fin dalla più tenera età e nel 1959 partecipa, come autodidatta, alla I Mostra d’arti figurative per gli studenti di ogni ordine e grado nel circolo de La Rinascente a Cagliari, aggiudicandosi una borsa di studio che gli permette di frequentare il Liceo Artistico di Cagliari, grazie all’Opera Prima, denominata successivamente Pietrino.
Conseguito il diploma di maturità artistica, partecipa a numerose mostre collettive e non, frequenta il Magistero d’Arte di Porta Romana di Firenze e l’Accademia Internazionale di Salisburgo dove ha l’opportunità di seguire i corsi di Minguzzi, Kokoschka, Wotruba, Vedova e Marcuse. Durante i suoi numerosi viaggi di studio per l’Europa entra in contatto con diverse personalità artistiche come Giacomo Manzù, Aligi Sassu e Henry Moore. Sono anni intensi e fondamentali per la sua crescita come uomo ed artista. L’esperienza formale che maggiormente conta nella precisione di uno stile e di una tematica è quella vissuta nella penisola iberica nel 1967, quando frequenta l’Università della Moncloa a Madrid, mentre l’anno successivo si trova a Parigi, in coincidenza del maggio francese, poco prima del ritorno nell’Isola.
Assiste ai movimenti di protesta giovanile del ’68, tanto da assorbire quella carica vincente da utilizzare nella sua terra natia. Trasforma San Sperate, un paese di forte tradizione agricola, in un autentico Paese Museo, durante i cosiddetti anni della calce, grazie all’esperienza artistica e sociale del muralismo e all’entusiasmo della popolazione, che si è trovata coinvolta in una delle prime forme di Arte Ambientale e Pubblica in Italia.
Nel 1973 si reca, dopo l’invito da parte dell’Unesco, a Città del Messico per conoscere e collaborare con uno dei padri fondatori del muralismo messicano, David Alfaro Siqueiros, dando vita, nel 1975, ad un gemellaggio artistico tra il paese di San Sperate e Tepito, un quartiere popolare di Città del Messico.
Il recupero, la salvaguardia e la valorizzazione delle tradizioni rurali e popolari è linea guida per gli artisti che arrivano e lavorano in paese, come Elke Reuter, Meiner Jansen, Aligi Sassu, Foiso Fois, Otto Melcher, José Zuniga e Conrado Dominguez. Riceve riconoscimenti per la sua instancabile attività di scultore e di animatore con la quale promuove la cultura, l’arte e i rapporti sociali nella sua terra, come l’invito a partecipare, insieme alle attività muralistiche del Paese Museo, alla Biennale di Venezia 1976, all’interno della sezione italiana che ha come tema “L’ambiente come sociale”.
Nel 1984 costituisce a San Sperate un Centro Internazionale per la lavorazione della pietra, con la volontà di rilanciare l’arte artigiana insegnandola ai giovani, che possono trovare nella sua scultura uno stimolante punto di riferimento. Dello stesso anno è la mostra “Pietre e Città” negli spazi della Rotonda della Besana a Milano, dove l’artista propone, a fianco delle proprie opere, il frutto del lavoro dei giovani artisti del Centro Internazionale.
Dalla metà degli anni ’80 le opere di Pinuccio Sciola sono esposte in spazi di ampie dimensioni e facilmente fruibili da un vasto pubblico, è il caso del murale Tre Pietre in piazza Repubblica a Cagliari e il presepe di pietra esposto in Piazza degli Affari a Milano.
Il 1986 è un anno ricco di esposizioni per Sciola, principalmente all’estero. Espone alla Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma e dal mese di luglio dello stesso anno fino al 1987 prende avvio una mostra itinerante nella Repubblica Federale Tedesca che tocca sette delle principali città tedesche, Leverkusen, Duisburg, Heidelberg, Monaco di Baviera, Köngen, Saarbrucken e Amburgo. Il progetto Anno della scultura sarda in Germania è la prima proposta di una serie di lunghi scambi culturali tra la Sardegna ed il resto del mondo. Dal 1990 al 1996 insegna presso l’Accademia di Sassari e contemporaneamente viaggia in Perù e in Cile.
Nel 1994 Sciola conferma la sua poetica di un’intima e stretta relazione tra arte e natura, esponendo diciotto opere scultoree nel parco del castello di Ooidonk in Belgio per la rassegna d’arte Ooidonk 94. Nel 1995 partecipa alla III Biennale di Arte Natura di Niederlausitz nei pressi di Berlino, avvalorando il suo impegno di artista che opera sul territorio e sull’ambiente naturale al fine di creare un rapporto simbiotico con esso, con una performance, La semina della pietra. Dell’anno successivo è la personale Coeur de pierre nel parco del Trianon Palace di Versailles, le cui opere sono esposte qualche mese dopo nel parco verde del Kunst Project di Barendorf, a Vienna.